Le 4 regole d’oro del jiu jitsu Brasiliano
Regola 1: sii la persona che sta sopra l’altra.
Regola 2: quando sei sopra, resta sopra.
Regola 3: quando finisci schiena a terra, devi avere una guardia invalicabile.
Regola 4: mai dimenticare la Regola n.1 (evitare la seduzione della guardia)
Siccome in combattimento (non solo umano) il contendente più alto, forte e aggressivo di solito vince per ragioni naturali, il Jiu Jitsu è il sistema grazie al quale una persona minuta può vincere quella più forte grazie al posizionamento:
Le leggi fisiche non si possono annullare ma si possono però sfruttare!
Posto che a parità di posizionamento il più potente fisicamente prevale, è logico voler trascinare l’avversario al suolo e porlo sotto una POSIZIONE DI DOMINIO, in cui non può applicare colpi e prese disabilitanti, e dove per effetto della Forza di Gravità l’anatomia umana è resa inefficace nel produrre lesioni di qualsivoglia tipo.
Le fasi del combattimento
Due corpi umani possono combattere in tre diverse condizioni, o FASI.
1) liberi (non in contatto, agganciati) in piedi
2) avvinghiati in piedi
3) al suolo
Il Jiu Jitsu old school le analizza e studia minuziosamente t-u-t-t-e.
La prima, la più studiata nelle arti marziali e patrimonio dello striking (calci&pugni), seppur importantissima è la MENO pericolosa, stante il fatto che si può correre via, gettare oggetti etc.
La seconda è più pericolosa della prima, perché il combattimento è ora inevitabile, se non si rompe la presa.
La terza è quella davvero cruciale, perché lo scontro è già in atto e la mobilità è annullata. Per via della Forza di Gravità ci si va a trovare obtorto collo (e quasi sempre SOTTO l’altro individuo) la persona MENO grande, meno forzuta, anche se vorrebbe con tutte le sue forza non farlo, magari colpendo con calci&pugni.
Appare chiaro perché lo studio della 3a fase, quella in cui è specializzato il BJJ, sia la PRIMA per importanza e non viceversa.
La vecchia scuola
Il Jiu Jitsu brasiliano old school, quello reso celebre soprattutto dagli exploit dei Gracie, ha come metodo PREFERENZIALE -ma non unico- di soluzione dello scontro quello delle finalizzazioni, ossia leve articolari e strangolamenti.
Anche questa specifica ideologia tattica è stata derivata da secoli di sperimentazione, sia in Asia che in Occidente, è ed è stata recepita unicamente in virtù della superiore efficacia.
Infatti per le solite LEGGI di Natura, è improbabile -seppur non certo impossibile- che le percussioni a mani nude diano un grande risultato a chi sia in inferiorità di peso e forza fisica. Per esempio sono generalmente poco utili pugni scoperti da guanti sul cranio di un uomo ben piazzato da parte di uno minuto, per non parlare di quelli di una donna. Inversamente, uno strangolamento oppure una torsione di un capo articolare non richiedono prestanza particolare per essere messi in pratica, e per questa ragione vengono preferiti. Una volta piazzata la leva il gioco è fatto: ovviamente non si può incassare un arto rotto.
Il DNA del lottatore
Il BJJ si basa sulle leggi di Natura. La lotta corpo a corpo è un istinto naturale umano come di tutti i mammiferi. Essa rappresenta lo human warfare ed è codificata tramite DNA in precise reti neurali del cervello.
E’ assodato e scientificamente dimostrato come e perché la facoltà di prensione via pollice opponibile ci qualifichi come Homo Sapiens e altresì come GRAPPLERS NATURALI, senza ombra di dubbio. Dunque il Jiu Jitsu brasiliano è uno stile che amplia e qualifica al massimo la tendenza insita nella nostra specie.
Per quanto riguarda l’antropologia e le discipline di analisi storica e sociologica, esse hanno da decadi dimostrato come stili di lotta corpo a corpo siano da sempre patrimonio di TUTTI i gruppi etnici, anche i più remoti e isolati, nonché caratteristica culturale spiccata fra le elites delle potenze dominanti al loro apogeo (ricorrenza da me detta Legge di Ferro della Lotta).
La tradizione del combattimento
Per quanto riguarda bizzarre affermazioni di “maggiore tradizionalità” da parte di esponenti di stili estremoasiatici, si deve ricordare che la lotta in piedi e al suolo viene praticata senza soluzione di continuità -cioè ininterrottamente- da innumerevoli migliaia di anni, per es. nel bacino del Mediterraneo sin dall’epoca favolosa dei Neteru egizi, ossia il cd. “tempo degli Dèi”.
Ti illustro brevemente il COME dovresti allenare questo stile, nella sua versione originale o meglio detta Old School.
Come ogni disciplina da combattimento seria, il BJJ si compone di studio teorico, sperimentazione pratica (sparring) e test sul campo (competizioni).
Le PRINCIPALI esercitazioni di questo stile, oltre allo sparring libero più generico, sono:
1) Lotta in piedi
2) Guardia vs. passador
3) Lotta di posizione (side, monta etc)
4) Condizionamento ai colpi (in piedi e al suolo)
Ci si allena sia col gi(kimono) che in rash e pantaloncini (nogi).
A questa lista aggiungi la preparazione fisica, svolta a parte.
Ti aspetto sul tatami del team Centurion