Italia MMA, quando la politica uccide lo sport
Italia MMA torna senza medaglie dal Mondiale che ancora si sta svolgendo a Belgrado, in Serbia
Il peggiore risultato di sempre per gli Azzurri, mai nella storia del movimento eravamo rimasti totalmente a digiuno di medaglie
Tutti fuori ai quarti sintomo di un malessere che ormai attanaglia la compagine Italiana.
A nulla è bastato l’entusiasmo ed il sacrificio dei ragazzi vittime di una politica scellerata che prevede l’esclusione dalla nazionale per chi compete al di fuori dalla Federkombat
Un laconico mantra aleggia sopra le teste degli appassionati di MMA e della stessa squadra nazionale. Una minaccia manco troppo velata che recita così:
si ricorda che non possono accedere alla Nazionale Italiana gli atleti che hanno partecipato a competizioni di MMA di organizzazioni diverse da FEDERKOMBAT
Una assurda discriminazione che non porta ad avere gli atleti più forti in nazionale ma semplicemente quelli più fedeli alle politiche aziendali!
L’aziendalismo sopra lo sport
Chi sogna la nazionale può cosi scegliere o di partecipare alle uniche due gare valevoli per essere selezionati…oppure rinunciare per sempre alla magia azzurra. O arrivi evidentemente impreparato oppure sei tagliato fuori. O qualcuno pensa che gareggiare due sole volte in un anno possa portare un atleta ad essere competitivo in campo internazionale?
Ed intanto gli altri paesi organizzano campionati su campionati, sgrossano, selezionano in una corsa all’eccellenza.
In nazionale va il più forte al di fuori dalla geopolitica, al di là della policy aziendale
Anche l’assordante silenzio intorno alla debacle di Italia MMA fa parte del tipico doppiopesismo federale degli ultimi tempi.
Fui criticato come CT della nazionale perché portai a casa da Praga ben 5 argenti dopo un torneo estenuante, ora che gli uomini giusti sono stati messi al posto giusto nessuno dice nulla? Ora che le politiche federali mai discusse in consiglio hanno reso moribondo un movimento non si parla?
La soluzione?
Lavorare sul territorio come facciamo in LIMMA. Partire dal basso per formare atleti che torneranno ad essere competitivi senza bruciare i ragazzi buttandoli troppo presto su un palcoscenico troppo più grande di loro.
Gare a misura di atleta, che li preparino gradualmente a fare il salto di qualità, non due rumorose fiere confusionarie l’anno che servono a far cassa ma non mettono l’atleta al centro del discorso.
L’alternativa c’è!
Aude Certare, Osa competere